(Roma, 18 aprile 2018) “L’approvazione delle quattro direttive sull’economia circolare a Strasburgo rappresenta un traguardo importante e insieme un punto di partenza per una sfida impegnativa verso un modello di sviluppo più sostenibile.
In tutta l’Unione i rifiuti non saranno più considerati solo come un problema ma come  risorsa.
L’innalzamento dei target di riciclaggio dei rifiuti urbani e da imballaggio, l’inserimento di un limite di conferimento massimo in discarica pari al 10 per cento, l’estensione degli obblighi di raccolta separata ai rifiuti organici, tessili e domestici pericolosi sono le principali novità di questo pacchetto”.  Lo dichiara Chiara Braga, deputata comasca del Partito Democratico, commentando il via libero di quest’oggi da parte del Parlamento Europeo al pacchetto legilativo, composto da quattro direttive sull’economia circolare.
Le quattro direttive rafforzano, di fatto, la gerarchia dei rifiuti dove la priorità dovrà essere prevenire la creazione dei rifiuti, in secondo luogo privilegiarne riparazione e riciclo, segue il recupero energetico e all’ultimo posto il conferimento in discarica.
In particolare, la normativa adottata stabilisce che entro il 2035 i rifiuti urbani (domestici e commerciali)  conferiti in discarica non dovranno superare il 10% del totale. Secondo i dati Eurostat, nell’UE circa il 25% dei rifiuti urbani trattati viene interrato, in Italia la percentuale è del 28%, ma in diversi Paesi dell’Europa centro-orientale si supera il 70%.
Sempre per i rifiuti domestici e commerciali, le nuove norme Ue stabiliscono che il riciclo dovrà arrivare al 65% del totale dei rifiuti urbani nel 2035 passando per i target progressivi del 55% al 2025 e del 60% al 2030.
Obiettivi ambiziosi vengono fissati anche per riciclare i rifiuti da imballaggi, con il 70% complessivo al 2030. Sempre al 2030 dovrà essere recuperato almeno il 55% della plastica delle confezioni, l’85% di carta e cartone, il 75% del vetro.
Dal 2023 sarà obbligatoria la raccolta differenziata da rifiuti di materiali organici (umido o bio-wate) in tutta l’Ue da avviare al compostaggio. Mentre dal 2025 la raccolta selettiva obbligatoria verrà prevista anche per i materiali tessili e per i rifiuti pericolosi domestici (come vernici, pesticidi, oli e solventi).
In linea con gli obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile, è inoltre prevista la riduzione degli sprechi alimentari lungo la catena di produzione , distribuzione e consumo del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030.
“L’economia circolare – conclude Chiara Braga – rappresenta una delle grandi sfide del nostro tempo ed è bene che l’Europa abbia scelto di giocare un ruolo di primo piano nello scenario internazionale su questi temi. La palla ora passerà agli Stati membri, chiamati a recepire le nuove direttive nei propri ordinamenti; lo si potrà fare in modo efficace solo costruendo una forte capacità di collaborazione tra i diversi soggetti portatori di interessi: istituzioni, imprese, associazioni e i cittadini. Un lavoro importante, che chiamerà in causa Parlamento e Governo per cogliere appieno le opportunità che le nuove Direttive offrono anche al nostro Paese”.
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UE, ok al pacchetto sull’economia circolare rappresenta l’Europa migliore che guarda al futuro