(Roma, 29 aprile 2019) – Non cala il tasso degli incidenti sul lavoro in Italia. Nel 2018 circa 641mila lavoratori hanno subito un incidente sul lavoro: l’84,6% di questi sono avvenuti durante l’attività lavorativa, mentre il 15,4% durante il tragitto casa-lavoro. L’aumento più significativo è quello che riguarda gli incidenti con esito mortale: 1.133 lavoratori hanno perso la vita nel 2018, un incrementdo di +10,1% rispetto all’anno precedente.

Il bilancio arriva dall’Osservatorio dei Consulenti sul lavoro che, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro, celebratasi ieri 28 aprile e promossa dall’International Labour Organization (ILO), ha stilato un’indagine avvalendosi anche dei dati Inail. Rispetto all’anno precedente il numero dei casi è salito appunto a 641mila ma l’incidenza sul totale dei lavoratori è rimasta del 3,8%, visto che è aumentato anche il numero degli occupati.

Se si va ad analizzare le singole province poi la mappa attribuisce a quelle del Sud i dati peggiori sugli infortuni mortali. Nel biennio 2017-2018 il maggior numero di incidenti mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9 per mille) e Campobasso (4,7 per mille) per seguire poi con Caserta (4,4 per mille), Vibo Valentia (4,1 per mille) e Matera (4 per mille).

Discorso diverso per le malattie professionali. Nel solo 2018 è la provincia di Gorizia che fa registrare il più alto tasso (22,5%), seguita al secondo e al terzo posto dalle province di Torino (18,5%), Novara e Milano (18,4%). A causare patologie cancerogene nei lavoratori sono soprattutto le fibre di amianto (oltre il 70% dei casi), in particolare nell’industria metalmeccanica. Infine il caso Taranto. La città si colloca al 14esimo posto sebbene risulti la prima provincia italiana per numero assoluto di malattie professionali di tipo tumorale: 164 casi nel solo 2018 tuttavia in decremento negli ultimi cinque anni anni (erano 218 casi nel 2014).


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MORIRE DI LAVORO
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