Foto: la Provincia di Como

(Como, 23 febbraio 2019) Associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali che trovano un punto di incontro nel manifesto per lo sviluppo dell’Italia e di Como presentato qualche giorno fa nella sede di Ance Como. Una piattaforma condivisa sulla necessità che il Paese disponga di un sistema di infrastrutture adeguato e moderno. Un’alleanza forse insolita ma compatta nel chiedere al Governo di operare per la semplificazione delle procedure burocratico-amministrative e soprattutto per il rilancio delle 28 grandi opere pubbliche già appaltate, per un valore di 33miliardi di euro, oggi bloccate. Con la loro realizzazione si avrebbe un indotto sull’occupazione pari a 500mila posti di lavoro e sull’economia di 116 miliardi di euro.

In particolare, per il territorio Lombardo e comasco, caratterizzato da un alto tasso manifatturiero e baricentrico rispetto all’assse centro-Nord, è essenziale poter contare su un sistema infrastrutturale  moderne ed efficieti. Per un’economia che basa più del 30% del proprio Pil sull’export, investire in infrastrutture di trasporto è infatti condizione indispensabile di sviluppo. Da qui il sì  alle linee Tav come la Torino -Lione, la Brescia-Venezia, il Terzo Valico Mi-Ge.

Un documento per dire che imprese e rappresentanti dei lavoratori comaschi stanno dalla parte del progresso e del territorio. Il tema infrastrutturale per il territorio comasco è ormai da troppi anni di stretta attualità. Investire nelle infrastrutture non è in contraddizione con la cura del territorio se introduciamo la sostenibilità ambientale come riferimento.

Oltre alle grandi opere di respiro nazionale, a sostegno della competitività delle imprse del territorio e dell’occupazione, imprese e sindacati ritengono indispensabile la realizzazione di infrastrutture a lungo attese di interesse regionale e provinciale, quali l’attuazione dei lotti C e D della Pedemontana Lombarda, il secondo lotto della Tangenziale di Como, l’apertura del cantiere della Variante Tremezzina alla ss 340 del Lario, il raddoppio o comunque il potenziamento dell’asse frerroviario Milano-Monza-Como-Chiasso in connessione all’itinerario elvetico AlpTransit, il proseguo progettuale del tracciato della Varese-Como-Lecco, senza dimenticare le numerose opere locali quali l’attuazione della variante di Olgiate-Solbiate della SS 342 Briantea, la risoluzione della congestione del tratto finale della SP 32 Novedratese ad Arosio, il proseguimento della provinciale Canturina Bis e le manutenzioni ormai imporrogabili specie sulle opere strutturali di ponti e viadotti, come quello dei Lavatoi.

Un grido d’allarme lanciato forte e chiaro dal  tessuto produttivo e  dalle rappresentanze sindacali comasche, oggi collocate dalla stessa parte nel comune intento di chiedere un vero rilancio degli investimenti infrastrutturali per la competititività, l’occupazione nel rispetto della sostenibilità e della tutela dell’ambiente. Chissà se l’attuale Governo del cambiamento si impegnerà a dare loro e a tutti noi comaschi risposte concrete.

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COMO chiede al Governo di sbloccare le infrastrutture per lo sviluppo