(Como, 12 dicembre 2018) “Spiace dover ancora una volta constatare, a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata mondiale delle persone disabili il 3 dicembre, l’inerzia del Comune di Como nell’eliminazione delle barriere architettoniche”. Lo afferma la deputata comasca Chiara Braga da anni impegnata su questo fronte in Parlamento.

“Garantire il più possibile una vita indipendente e accessibile alle persone dovrebbe essere la priorità in una società civile come la nostra. Il tema dell’accessibilità delle nostre città, a partire dalle persone con disabilità, attiene infatti alla qualità della vita non solo di chi vive sulla propria pelle le difficoltà di muoversi negli spazi pubblici e privati ma anche dell’intera comunità. Case, scuole, luoghi di lavoro, spazi pubblici e di socialità dovrebbero essere universalmente accessibili a tutti”.

“Anche a Como, città internazionale e dalla vocazione turistica, il problema delle barriere architettoniche, come purtroppo dimostrano ancora oggi le testimonianze vive riportate dai quotidiani locali, è presente e particolarmente sentito. Parcheggi impropri, marciapiedi stretti, rampe e pendenze ripide, gradini insormontabili, buche e pavè sconnessi, illuminazione mancante, accessi a negozi impraticabili, rappresentano degli ostacoli invalicabili che impediscono di usufruire degli spazi comuni”.

“Nella scorsa Legislatura, con i Governi Renzi e Gentiloni sono state destinate risorse importanti al tema della disabilità e dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Io stessa – chiarisce la Braga – sono stata relatrice alla Camera di una legge che si proponeva di coordinare e rendere più omogenea la normativa per il superamento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e privati delle nostre città; proposta che ho ripresentato, a prima firma, in questa Legislatura – (Pdl n. 139 del 27 marzo 2018) -. Occorre quindi proseguire il lavoro fin qui fatto favorendo opere di riconversione e riqualificazione delle aree urbane e degli edifici pubblici, incentivando i privati nell’abbattimento delle barriere architettoniche garantendo un maggiore livello di autonomia e libertà di movimento.

“A Como, invece, siamo allo stallo totale; la città attende ancora un Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche, peraltro già impostato dalla precedente giunta Lucini che ne aveva avviato il percorso. Anche qui, come già avvenuto per altri centri urbani italiani, la parola chiave dovrebbe essere ‘accessibilità urbana‘, che per i portatori di handicap fisico, motorio e non solo, è lo strumento più tangibile che un’amministrazione locale possiede per creare fisicamente inclusione sociale, una via per vincere la solitudine e l’emarginazione di chi vive ogni giorno la disabilità in città. Nulla di tutto questo è stato ancora fatto a Como”.

“La speranza – conclude Braga – è che il capoluogo comasco recuperi quanto prima il terreno perso e dia celermente attuazione ad un piano di abbattimento delle barriere architettoniche degne di una città moderna e civile”.

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BARRIERE ARCHITETTONICHE: “Como, città internazionale a vocazione turistica, è allo stallo più totale”