(Roma, 4 ottobre 2018) Genova è una città ferita, una città che merita risposte che non ci sono nel decreto approvato dal Governo. Nel provvedimento licenziato dall’Esecutivo giallo-verde di Palazzo Chigi, mancano infatti le risorse per gli ammortizzatori sociali, quelle per risarcire le imprese che sono state colpite dal crollo, quelle necessarie per far fronte alla diminuzione dei traffici portuali e soprattutto mancano i finanziamenti per affrontare la situazione difficile in cui si trovano gli sfollati. Non viene inoltre toccato il tema del terzo valico perché la città capoluogo della Liguria dopo il crollo risulta a tutti più isolata rispetto al passato.

“Oltre il ponte – racconta il Corriere della Sera – c’è una comunità di settantamila persone sempre più isolate dal resto della città. Ci sono i quartieri di ponente che stanno vivendo sulla loro pelle, sulla loro salute e sui loro conti in banca, cosa significava quel viadotto che hanno sempre avuto sopra le loro teste”.

E più passa il tempo  senza avere risposte concrete, più aumenta la distanza, la separazione insieme alla rabbia e alla protesta dei genovesi.

Imbarazzante poi l’indecisione del Governo sulla nomina del Commissario. Il 13 settembre il Presidente del Consiglio Conte dichiarava “torno a Genova non a mani vuote”. Il decreto legge su Genova arriva dal Governo 15 giorni dopo – ovviamente senza il nome del Commissario – e solo oggi è iniziato il suo iter in Parlamento. Il viceministro Rixi (Lega) si augurava “subito il Commissario” (7 giorni fa). Il vicepremier Di Maio, ieri, assicurando che il nome sarebbe arrivato “a ore” dichiarava: “Gemme? Non ho altri nomi per il Commissario di Genova”. Dopo 51 giorni e un balletto imbarazzante di dichiarazioni, annunci e ritardi il Commissario per la ricostruzione del Ponte sarà  Bucci, il Sindaco di Genova. Ma davvero non potevano arrivarci prima?
Faccio al Sindaco e Commissario Bucci i miei auguri più sinceri: per sè, per la sua città e per la fatica di avere a che fare con questo Governo. Noi lavoreremo in Parlamento per migliorare questo Decreto e per aiutare Genova a rialzarsi, dopo tutte le promesse e le umiliazioni che ha dovuto subire in questo mese e mezzo.

 

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GENOVA, CROLLO PONTE MORANDI, più passa il tempo più cresce la rabbia e la protesta dei genovesi
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